Insegnamento e direzione
DOSSIER
L’esperienza didattica di Gervasio, prima a Bari (dal 1967) con la cattedra di composizione presso il Conservatorio Niccolò Piccinni e poi come direttore del Conservatorio Egidio Romualdo Duni di Matera (dal 1969), avviene quasi per caso, su richiesta di Nino Rota a cui lo legava un antico e forte rapporto di amicizia personale oltre che di stima professionale. L’impegno richiesto a Matera è particolarmente gravoso e sfidante: si tratta infatti di trasformare la sezione staccata del Conservatorio Piccinni di Bari in una struttura autonoma, con tutto ciò che il raggiungimento di questo obiettivo comporta, anche dal punto di vista burocratico, amministrativo e organizzativo, oltre che musicale. La preoccupazione costante, evidente nei suoi appunti, è di realizzare questa impresa da musicista, senza perdere di vista quello che per lui è lo scopo della sua vita: scrivere musica. Non a caso l’unica condizione posta a Rota, al momento della scelta, è di non rinunciare ai suoi allievi di Composizione. Dopo un primo anno particolarmente impegnativo per le difficoltà operative, che quasi lo spingono a rinunciare, grazie anche alla piena sintonia e al sostegno del Presidente del Conservatorio Lucio Marconi, il Conservatorio Duni di Matera comincia in pieno la sua attività che lo porta, in breve tempo, a essere conosciuto e apprezzato in tutta Italia. Fattore critico di successo è una concezione “alta” dell’insegnamento basato sulla capacità di coinvolgere ed entusiasmare sia gli allievi che gli insegnanti.
Negli anni di Matera la produzione musicale di Gervasio riflette questa sua esperienza. Lui stesso scrive: “Apro una nuova pagina della mia vita di compositore, dedicandomi a composizioni originali, trascrizioni ed elaborazioni per gli allievi del Conservatorio”. Lo scopo è quello di coinvolgere ed entusiasmare sia gli allievi che gli insegnanti trasformando anche gli esercizi quotidiani in una esperienza in cui contano tanto la centralità dell’allievo che l’importanza dello scambio e del suonare insieme. I Saggi di fine anno diventano così dei veri e propri concerti che coinvolgono anche gli allievi più piccoli, chiamati a suonare con studenti di vari livelli e con docenti. Sono di questo periodo molti lavori originali e rielaborazioni espressamente scritti per i giovani allievi del Conservatorio di Matera, tra i quali Apertura, per 5 trombe in do, corno in fa, 3 tromboni e organo, Tecnica giornaliera, per due pianoforti, Le ciliege, per pianoforte a sei mani, Arpeggini per Agnese, per arpa, organo e percussioni, Marcia dei maggiolini, per 3 fagotti, violini, sistro, triangolo, arpa e pianoforte; alcuni di essi avranno vita autonoma nel repertorio concertistico, come ad esempio Elaborazione dello studio per clarinetto di Gaetano Donizetti, per clarinetto in sib e pianoforte, Natale nel mondo per voci bianche, organo, chitarre, xilofono, campane, Invitation au violon, per violino solista, violini I e II, sistro e triangolo, arpa e pianoforte, In modo spirillo per viola solista, violini, sistro, triangolo, arpa, organo, pianoforte.
In breve il conservatorio Duni diventa famoso per la sua didattica all’epoca decisamente innovativa. Lo testimoniano la bella trasmissione RAI del 1975 Scuola aperta, con la regia di Giulio Morelli, che consente di cogliere l’atmosfera particolare e l’entusiasmo dominante e le foto dei saggi, che restituiscono il clima che caratterizzava i saggi nel Conservatorio a Matera.
L’esperienza di direzione del Conservatorio di Matera si conclude all’improvviso nell’autunno del 1976 per un errore burocratico. Gervasio riprende quindi l’attività di insegnamento di composizione a Bari fino al 1980.